Il Welfare nel Biellese. Assistenza, servizi e solidarietà dal Medioevo al XX secolo
- Il Welfare nel Biellese. Assistenza, servizi e solidarietà dal Medioevo al XX secolo
- Il welfare a Sordevolo
- Ambrosetti e Vercellone, benefattori sordevolesi
- Dal 1883 i Vercellone assicurano per gli infortuni sul lavoro
- Una sottoscrizione per le vittime di un incendio
- I libretti di risparmio postale agli operai di Sordevolo
- Serafino Vercellone e il sostegno alla Scuola Professionale
- I Vercellone e le SOMS di Sordevolo
- Il welfare a Sordevolo
- I documenti del welfare negli archivi del DocBi
- La Cooperativa di Trivero Fila e Giardino
- Filantropia ad ampio raggio dell’Unione Industriale Biellese
- Una biblioteca e una scuola professionale: il welfare secondo i Giletti di Ponzone
- Manifattura Lane di Borgosesia: l’assistenza ai lavoratori
- L’Ospizio degli Esposti di Biella: un archivio di solidarietà all’infanzia
- Welfare a Coggiola: il caso del Lanificio Fila
- Il Santuario di Oropa: accoglienza e beneficenza
- La filantropia di Alfonso La Marmora
- Maria Luisa Ferrero della Marmora e le artiere del Piazzo
- Camera del Lavoro di Biella: welfare non solo nel Biellese
- La FAO, il riso e la Camera di Commercio di Vercelli
- Welfare culturale: la Biblioteca Civica di Biella secondo Quintino Sella
- La Scuola Statale di Avviamento Professionale di Trivero: un esempio di welfare “misto”
Quello della Scuola Statale di Avviamento Professionale è un ottimo esempio di welfare “misto”: statale, ma anche privato e di categoria. Lo Stato, attraverso il Comune di Trivero (o viceversa), era intenzionato ad attivare i corsi per offrire alla comunità triverese una possibilità formativa relativamente accessibile e comoda. Ma serviva la disponibilità degli spazi entro cui avviare l’istituto. Ci pensò Ermenegildo Zegna, che mise a disposizione i locali dell’ala ovest del Centro Assistenziale Zegna. Poi erano necessarie le attrezzature per la didattica. Fu la locale sezione dell’Unione Industriale Biellese a farsene carico.
Da “il Biellese” del 25 gennaio 1955: “Fervidi consensi a Trivero per la Scuola di Avviamento. Lo stanziamento annuale di L. 2.300,000, recentemente deliberalo dalla nostra Amministrazione Comunale, per l’istituenda Scuola di Avviamento Professionale di Trivero, è stato accolto molto favorevolmente dalle numerose famiglie triveresi, che così vedranno quanto prima realizzata felicemente una legittima aspirazione, che certamente faciliterà la diffusione dell’istruzione e della preparazione professionale dei loro giovani figli”. Giovani figli in età compresa tra gli 11 e i 14, ovvero le tradizionali “Medie” che, dal 1928 al 1962 furono divise in due “corsi”: il primo, le “Medie”, destinato a chi aveva modo e volontà per proseguire alle “Superiori”, il secondo, l’“Avviamento”, predisposto per chi non poteva/voleva studiare perché pronto ad andare a lavorare appena concluso il triennio (anche se c’era la possibilità di accedere agli istituti tecnici superiori, superati gli esami del caso).
Nell’aprile di quell’anno, Ermenegildo Zegna aveva già garantito di accogliere la scuola nel piano superiore del nuovo fabbricato sorto presso Centro Assistenziale Zegna, ma si rendevano necessari alcuni interventi di sistemazione, quindi il primo anno scolastico, 1955-1956, si svolse nello stabile delle scuole della frazione Guala per le lezioni in classe, mentre per i laboratori si saliva nella sede designata. L’istituto, inquadrato come sede staccata della “G. Schiapparelli” di Biella, fu affidato all’ing. Francesco Amodeo, preside della scuola cittadina, e aprì le porte il 7 novembre 1955.
Quella di Trivero non fu né l’unica né la prima delle scuole di avviamento professionale attivate nella zona (esistevano già quella di Ponzone voluta da Oreste Giletti, quella di Pray voluta dai Trabaldo Togna e quella di Valle Mosso voluta dagli industriali della Vallestrona, quella di Mosso Santa Maria voluta da Leone Garbaccio), ma sicuramente fu la più moderna. Anche per questo attrasse, fin da subito, un buon numero di iscritti.
Il 13 giugno 1956 furono pubblicati i risultati del primo anno scolastico. Da “Eco di Biella” del giorno seguente: “Presso la Scuola Tecnica Industria governativa «G. Schiapparelli» con annessa Scuola Secondaria di Avviamento Professionale, sono stati affissi i seguenti risultati finali. Promossi alla seconda Avviamento: 1.a Maschile: Bazzini Remo, Brusco Giorgio, Chiguoni Giov. Batta, Livio Tiziano, Loro Pilone Giuseppe, Lora Ronco Roberto, Marone Angelo, Redamanti Silvano, Stragiotti Giuseppe. Alunni 17: promossi 9; rimandati 8. 1.a Femminile: Antonini Bruna. Barberis Vignola Rosetta. Bertuzzi Maria Dirce, Bonato Barberina, Cerri Giuseppina, Cortese Santina, Curino Gabriella, De Biasi Maria Luisa, Fenoglio Ornella, Fila Pizzo Rita, Gasparella Vanda, Giardino Anna Maria, Rada Sandra, Selva Masi Maddalena, Soster Bianca Maria, Ubertalli Laura, Zegna Franca. Alunne 21; promosse 17; rimandate 4”.
Quindi 38 ragazzini triveresi avevano affrontato la prima annata, con una prevalenza (più studiosa) femminile.
L’8 ottobre 1956 prese il via il secondo anno scolastico: 29 in prima e 26 in seconda.
Una settimana dopo, sempre su “Eco di Biella”, apparve questo trafiletto: “Sono in fase ormai avanzata i lavori di arredamento degli spogliatoi e delle sale riservate alla direzione ed alla segreteria del nuovo edificio che ha accolto la scuola d’avviamento. Come è noto, l’edificio, sorto per il munifico gesto di un insigne benefattore locale, viene ceduto in affitto al Comune al prezzo simbolico di una lira. La capienza è di oltre 200 allievi, in grado quindi di soddisfare a tutte le esigenze della popolazione scolastica non solo di Trivero ma anche dei centri vicini. Particolarmente degna di nota la attrezzatura del piano terreno, dove hanno sede i laboratori di falegnameria e di meccanica, entrambi dotati di macchinario modernissimo”.
Lo stesso bisettimanale, l’11 febbraio 1957, aggiunse e circostanziò che: “il riconoscimento dell’importanza che va assumendo la scuola di avviamento diretta dal prof. Amodeo è stato accolto con compiacimento dai triveresi, sempre più affezionati a quella che veramente è la «più moderna scuola del Biellese». Dal canto loro, insegnanti ed allievi si sentono ancor più impegnati a far sì che l’istituto primeggi fra le scuole professionali della nostra regione. A proposito di quanto è apparso su «Eco di Biella», è doveroso precisare che le attrezzature tecniche della scuola sono state donate dalla sezione di Ponzone, Trivero e Pratrivero della Unione Industriale Biellese, sempre sensibilissima alle esigenze delle istituzioni che arricchiscono la nostra terra”.
In effetti, gli imprenditori ponzonesi si erano dati da fare e si erano rivolti ad alcuni fornitori qualificati per dotare al meglio i laboratori. Nel 1955 fu la ditta A. Antolini di Milano, specializzata in “costruzione macchine e utensili per la lavorazione del legno e dei metalli”, a fornire per prima i banchi da lavoro (in faggio jugoslavo di Slavonia). Nel 1956 fu la COMAURA Commercio Macchine Utensili Rappresentanze di Torino a procurare l’utensileria da laboratorio. Nell’ottobre del 1957 arrivò il primo tornio dalle Officine Meccaniche Grazioli di Milano e, un mese dopo, l’UIB acquistò i primi due telai (manuali) e due macchinette tiralicci dalla Officina Meccanica per Tessitura Mambretti & C. di Monza.
Quello sviluppo fu vissuto come un’affermazione campanilistica della comunità triverese rispetto alle viciniori. E la mostra dei lavori degli allievi (“una interessante serie di lavori di cucito, ricamo, pittura, aggiustaggio, che gli alunni hanno portato a termine con serietà ed impegno”, secondo “il Biellese” de 31 maggio), allestita a fine anno scolastico, confermò la bontà dei risultati raggiunti.
Per stimolare le iscrizioni all’anno scolastico 1958-1959 fu pubblicato lo schema didattico (“Eco di Biella”, 15 settembre): “L’avviamento di Trivero comprende le tre seguenti specializzazioni: meccanici, tessili e femminile. Le materie maschili sono le seguenti: religione, italiano, storia, geografia, francese, matematica, fisica e chimica, teologia, meccanica, tecnologia tessile, disegno meccanico, disegno tessile, esercitazioni pratiche meccaniche e tessili. Quelle femminili sono: religione, italiano, storia, geografia, francese, matematica, scienze fisiche e naturali, economia domestica, merceologia, contabilità, disegno professionale ed ornato, calligrafia, musica, esercitazioni di taglio, cucito, ricamo e rammendo”. Notevole la Teologia… professionalmente utile per i futuri seminaristi.
In quello stesso autunno erano cresciute le dotazioni di laboratorio. La FIMER Fabbrica Italiana Macchine Elettriche Razionali di Bernareggio (Milano) aveva fornito attrezzature elettriche, mente la Ghiglia G. & F. di Valle Mosso dieci banchi da falegname. Tutto pagato dall’UIB.
E prima di Natale erano iniziati i corsi serali per lavoratori edili tenuti per interessamento dell’Impresa Vineis & Dezzuti (anche negli anni seguenti).
Grande successo anche per la mostra del giugno 1959. Due piatti in rame lavorato furono donati rispettivamente al direttore ingegner Amodeo e al conte Ermenegildo Zegna. “I due «pezzi» sono stati scolpiti dalle studentesse della terza, sotto la direzione dell’insegnante prof.ssa Pessina” (da “il Biellese” del 16 giugno 1959).
Per il 1959-1960, “la bidella della scuola secondaria di Avviamento Professionale, signora Raffaella Tonetti in Botta e l’aiuto bidello Odoardo Tonetti, sono stati confermati nell’incarico” (da “Eco di Biella” del 3 settembre 1959).
Nel dicembre del 1959, sempre l’UIB, acquistò un secondo tornio dalla ditta Mario Bottero di Torino.
La scuola del Centro Assistenziale Zegna fu un’iniziativa apprezza ben al di là del fatto che le alternative o non c’erano o erano molto disagevoli. Secondo “il Biellese” del 27 novembre 1959, dei 130 ragazzi del posto che avevano ultimato le elementari, “ben 66 si sono iscritti alla prima classe della scuola d’Avviamento Professionale di Trivero, cioè il 50,76% del totale. Una scuola d’Avviamento, localizzata in un paese, con 66 allievi nella prima classe, senza nessun apporto di giovani da oltre località, denota un successo che ha del clamoroso e che viene a premiare giustamente le fatiche di chi la scuola l’ha voluta e l’ha attrezzata”.
Malgrado tali considerazioni si doveva fare i conti con la prospettiva, ormai non più solo teorica, della soppressione delle scuole di avviamento professionale per dar vita alle medie unificate. Già alla fine del 1959 il tema era in discussione e sarebbe stata solo una questione di tempo.
Forse, però, Aldo Loro Piana di Ponzone, che all’inizio del 1960 donò una macchina spolatrice, sperava che i pronostici fossero sbagliati e che la scuola avesse ancora lunga vita davanti a sé.
In ogni caso, era opportuno proseguire l’attività nel miglior modo possibile. Nel febbraio del 1961 fu istituito anche un corso di rammendo, tessitura e maglieria.
Le cose stavano andando davvero bene e l’articolo apparso su “Eco di Biella” il 23 marzo 1961 è tutto da leggere.
A fine anno scolastico, la solita riuscitissima mostra e anche un saggio ginnico. La segretaria della scuola, Pia Giardino, aveva il suo daffare.
Nel frattempo, in alcuni paesi del Biellese, si aprivano le prime scuole medie unificate. Nel frattempo, nel novembre 1961, ancora l’UIB acquistò due telai e due macchinette tiralicci dalla Officina Meccanica per Tessitura Mambretti & C. di Monza.
D’altro canto, a settembre, “è stato regolarmente iniziato l’anno scolastico 1961-62 presso la Scuola di Avviamento professionale a tipo industriale di Trivero (Centro Zegna). Gli allievi iscritti, divisi in 5 Sezioni sono 136, e precisamente: 1a A) Maschile, alunni 34; 1a B) Femminile, alunni 21; 2a A) Maschile, alunni 25; 2a B) Femminile, alunni 24; 3a Mista, alunni 32. La riapertura della scuola è stata preceduta dalla celebrazione della Messa presso la chiesa di Matrice, officiata dal Vice Parroco Don Piccinelli, alla quale hanno assistito gli allievi con gli insegnanti” (da “Eco di Biella” del 9 ottobre 1961).
La legge 31 dicembre 1962 n. 1859 trasformò la scuola di avviamento professionale in scuola media inferiore. A Trivero si chiudeva un’epoca, breve ma intensa e fruttuosa.
Nel luglio del 1965, l’Amministrazione Comunale, “in relazione alle odierne necessità dell’industria locale, ha recentemente rinnovato alle competenti autorità scolastiche la domanda per la prossima istituzione di una Scuola professionale quale Sezione staccata dell’Istituto «Galileo Ferraris» di Biella. Una analoga iniziativa da qualche anno è stata presa a Vallemosso con ottimi risultati. Per la nuova scuola potrebbero essere utilizzati i locali dei laboratori già esistenti al Centro Zegna finora in dotazione alla scuola di Avviamento”. Il progetto di attivare a Trivero una succursale dello storico IPI non ebbe seguito o, meglio, ebbe un seguito molto limitato (nel maggio del 1967 era attiva al Centro Zegna una “scuola coordinata con la sezione di aiuto assistente di tessitura” (da “Eco di Biella” del 29 maggio 1967) dipendente dall’Istituto Professionale Industriale “Galileo Ferraris” di Biella e frequentata da una mezza dozzina di allievi, ma quella situazione non era affatto ottimale.
Prova ne sia che, nel giugno del 1966, il Lanificio Ermenegildo Zegna & Figli, “sotto l’egida e l’autorizzazione del Consorzio provinciale per l’istruzione tecnica di Vercelli, organizza un corso libero di formazione professionale per l’industria tessile, che avrà inizio il 17 ottobre prossimo e finirà il 28 febbraio 1967. Possono parteciparvi i giovani di ambo i sessi dai 14 ai 18 anni di età, e sarà titolo preferenziale la licenza di scuola Media e dell’Avviamento. Le lezioni sono gratuite; pure gratuita sarà la fornitura del materiale didattico e dei testi del corso. Inoltre ad ogni allievo verrà corrisposta la somma mensile di L. 5.000 (cinquemila) quale rimborso spese. L’orario delle lezioni è fissato dalle ore 8 alle 12, dal lunedì al sabato. Le domande di iscrizione dovranno essere inviate al più presto, comunque non oltre il 30 settembre 1966. Agli allievi che avranno regolarmente superato le prove finali, il Consorzio provinciale per l’istruzione tecnica rilascerà un apposito certificato; e l’aver felicemente superato il corso costituirà titolo preferenziale per l’assunzione da parte del Lanificio E. Zegna & Figli. È un’iniziativa che merita incoraggiamento e plauso, e che non mancherà di dare benefici frutti”.
L’iniziativa era encomiabile, ma da che cosa derivava? Da una situazione di oggettiva difficoltà per i giovani di Trivero, costretti a lunghe trasferte quotidiane per arrivare alle scuole superiori di Biella o di Borgosesia o di Vercelli. Il rimborso spese previsto era il segnale della necessità di invogliare alla frequenza di un corso professionalizzante del quale, localmente, si sentiva con tutta evidenza la mancanza.
Non è ben chiaro che cosa avvenne al cambio del decennio, ma comunque nulla che potesse riportare ai tempi migliori. Nel 1971-1972, l’UIB si dovette occupare dello smantellamento dei laboratori. Si provvide alla vendita dei macchinari e dell’utensileria. La storia della Scuola Statale di Avviamento Professionale di Trivero, già virtualmente conclusa dieci anni prima, terminava definitivamente così.