Il Welfare nel Biellese. Assistenza, servizi e solidarietà dal Medioevo al XX secolo
- Il Welfare nel Biellese. Assistenza, servizi e solidarietà dal Medioevo al XX secolo
- Il welfare a Sordevolo
- Ambrosetti e Vercellone, benefattori sordevolesi
- Dal 1883 i Vercellone assicurano per gli infortuni sul lavoro
- Una sottoscrizione per le vittime di un incendio
- I libretti di risparmio postale agli operai di Sordevolo
- Serafino Vercellone e il sostegno alla Scuola Professionale
- I Vercellone e le SOMS di Sordevolo
- Il welfare a Sordevolo
- I documenti del welfare negli archivi del DocBi
- La Cooperativa di Trivero Fila e Giardino
- Filantropia ad ampio raggio dell’Unione Industriale Biellese
- Una biblioteca e una scuola professionale: il welfare secondo i Giletti di Ponzone
- Manifattura Lane di Borgosesia: l’assistenza ai lavoratori
- L’Ospizio degli Esposti di Biella: un archivio di solidarietà all’infanzia
- Welfare a Coggiola: il caso del Lanificio Fila
- Il Santuario di Oropa: accoglienza e beneficenza
- La filantropia di Alfonso La Marmora
- Maria Luisa Ferrero della Marmora e le artiere del Piazzo
- Camera del Lavoro di Biella: welfare non solo nel Biellese
- La FAO, il riso e la Camera di Commercio di Vercelli
- Welfare culturale: la Biblioteca Civica di Biella secondo Quintino Sella
- La Scuola Statale di Avviamento Professionale di Trivero: un esempio di welfare “misto”
L’abbandono infantile per una speranza di vita. Esposizione e assistenza a Biella nel ‘700
La tesi di laurea della dottoressa Paola Cantoia, discussa nell’anno accademico 1997/1998 presso l’Università degli Studi di Torino – Facoltà di Scienze della Formazione, è un lavoro di ricerca di grande importanza per il tema del welfare nel Biellese e rappresenta uno strumento imprescindibile per ulteriori approfondimenti sul tema, unitamente alla tesi di laurea di Marina Coppe, che si trova in questa stessa sezione (clicca qui).
Qui di seguito sono proposti l’introduzione della tesi e l’indice, mentre il testo integrale è consultabile, grazie alla gentile disponibilità dell’autrice e all’intervento di digitalizzazione della Biblioteca Civica di Biella (Maurizio Bavaro), a questo link (clicca qui).
Molteplici sono gli studi in area biellese relativi all’assistenza e alla beneficenza nei secoli passati emarginati, ma si sono tutti rivolti ai poveri, agli emarginati, ai miserabili, a quella parte della società bisognosa di soccorso, di ricovero, di cure mediche e di elemosina “in panni e pani”.
Questo lavoro indaga invece sul fenomeno dell’infanzia abbandonata nel XVIII secolo.
Si sapeva dell’esistenza dell’Ospedale Maggiore degli Esposti che, nato come istituzione di beneficenza, rivolse poi i propri scopi umanitari esclusivamente all’accoglienza dei trovatelli. L’ indagine archivistica ha rivelato l’esistenza di fonti abbastanza numerose e comunque sufficienti a delineare un quadro esauriente della storia dell’Ospedale, come collettore dei bambini abbandonati in quegli anni nel territorio cittadino. I dati ottenuti dal rilevamento delle registrazioni degli esposti stati elaborati con un programma, che ha permesso di quantificare il fenomeno e di confrontare la realtà biellese con quella di altre città italiane ed europee.
Parte prima: La storia
Cap. 1. L’ esposizione nel Settecento: modalità e sviluppo
Parte seconda; L’istituzione
Cap. 1. L’Ospedale Maggiore degli Esposti
Cap. 2. Gli amministratori: coministri e tesorieri
Cap. 3. Le risorse: beni immobili, affitti e donazioni
Cap. 4. “Pascere i poveri e nudrir gli esposti”
Parte terza: i bambini abbandonati
Cap. 1. Gli esposti a Biella: un’indagine quantitativa
Cap. 2. I trovatelli; esposizione ed ingresso in ospedale
Cap. 3. Maternità: tra povertà, lavoro ed onore
Cap. 4. “Il picciol equipaggio“
Cap. 5. Le balie
Cap. 6. Le ostetriche
Cap. 7. I destini degli esposti
Appendice
Bibliografia