Il Welfare nel Biellese. Assistenza, servizi e solidarietà dal Medioevo al XX secolo
- Il Welfare nel Biellese. Assistenza, servizi e solidarietà dal Medioevo al XX secolo
- Il welfare a Sordevolo
- Ambrosetti e Vercellone, benefattori sordevolesi
- Dal 1883 i Vercellone assicurano per gli infortuni sul lavoro
- Una sottoscrizione per le vittime di un incendio
- I libretti di risparmio postale agli operai di Sordevolo
- Serafino Vercellone e il sostegno alla Scuola Professionale
- I Vercellone e le SOMS di Sordevolo
- Il welfare a Sordevolo
- I documenti del welfare negli archivi del DocBi
- La Cooperativa di Trivero Fila e Giardino
- Filantropia ad ampio raggio dell’Unione Industriale Biellese
- Una biblioteca e una scuola professionale: il welfare secondo i Giletti di Ponzone
- Manifattura Lane di Borgosesia: l’assistenza ai lavoratori
- L’Ospizio degli Esposti di Biella: un archivio di solidarietà all’infanzia
- Welfare a Coggiola: il caso del Lanificio Fila
- Il Santuario di Oropa: accoglienza e beneficenza
- La filantropia di Alfonso La Marmora
- Maria Luisa Ferrero della Marmora e le artiere del Piazzo
- Camera del Lavoro di Biella: welfare non solo nel Biellese
- La FAO, il riso e la Camera di Commercio di Vercelli
- Welfare culturale: la Biblioteca Civica di Biella secondo Quintino Sella
- La Scuola Statale di Avviamento Professionale di Trivero: un esempio di welfare “misto”
Il 14 giugno 1885 il bisettimanale “L’Eco dell’Industria” pubblicava un appello promosso da un piccolo gruppo di industriali per la fondazione della Società per l’Avanzamento delle Arti e delle Industrie con lo scopo di sostenere l’attività della Regia Scuola Professionale di Biella, la cui situazione economica all’epoca le impediva di ampliare l’offerta formativa per adeguarsi alle nuove necessità: «sinora a ciò si sopperì mediante generose oblazioni e cospicui doni dei privati e specie del Governo; ma l’incertezza di tali mezzi mal consentono di dare a cotesta parte un assetto sicuro». Sulla base di queste premesse Serafino Vercellone, in quel momento presidente dell’Associazione dell’Industria Laniera Italiana, guidava un gruppo di imprenditori persuasi che «fosse conveniente promuover di nuovo l’istituzione di una Società, la quale fornisse alla Scuola Professionale il modo di conseguire lo scopo testé indicato» garantendole maggiori disponibilità economiche per la dotazione di materiali didattici e scientifici e l’istituzione di corsi straordinari.
Ogni socio era obbligato a versare una quota di lire 20 per un triennio e l’eventuale dimissione da socio doveva avvenire almeno sei mesi prima dello scadere del triennio; in caso contrario il socio dimissionario sarebbe stato comunque vincolato al pagamento della quota per i tre anni successivi.
Oltre a Serafino Vercellone i promotori erano: Felice Piacenza, Alessandro Sella, Pietro Ferrua, Carlo Agostinetti, Francesco Canepa. La nuova Società per l’avanzamento tuttavia sarebbe stata istituita solo al raggiungimento della sottoscrizione di almeno 60 quote.
La campagna riscosse subito il successo auspicato e già il 1 agosto 1885 gli iniziatori potevano convocare gli aderenti per la nascita della Società che avvenne il 6 agosto nei locali della Scuola Professionale.
Lo stesso giorno L’Eco dell’Industria segnalava due importanti sottoscrizioni da 500 lire ciascuna da parte del senatore belga di origini italiane Giorgio Montefiore Levi e della Banca Biellese.
Nel 1887 ad esempio la Società finanziava tre corsi: Applicazioni industriali dell’elettricità, Armonia dei colori, Taglio delle pietre e aveva fornito alla scuola le apparecchiature per il condizionamento delle lane permettendo alla Scuola di avviare un’attività rivolta anche a clienti esterni a tariffe prestabilite.