Il Welfare nel Biellese. Assistenza, servizi e solidarietà dal Medioevo al XX secolo
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La fondazione della ditta dei fratelli Antongini, datata 1850 e successiva all’arrivo della famiglia a Borgosesia, segna il momento di svolta per lo sviluppo industriale e sociale della zona.
L’azienda, infatti, una filatura a pettine basata sull’esempio di quelle inglesi, riuscì in breve tempo ad affermare il proprio nome nel settore, oltrepassando anche i confini nazionali.
Ma sarà solo con la costituzione della Manifattura Lane Borgosesia, avvenuta nel 1873 con il passaggio da ditta famigliare a Società Anonima, che la città e la sua comunità conosceranno la propria fortuna. L’aumento di capitale e della capacità di produzione, dovuta ad una sempre più riconosciuta qualità dei filati, necessitava di un numero altrettanto maggiore di maestranze. Così, per favorire l’arrivo e continuità lavorativa agli operai e alle operaie, spesso provenienti da località limitrofe, l’azienda avviò fin da subito un programma di assistenza a sostegno dei suoi lavoratori, non solo garantendo loro alloggi e posti letto, ma anche vitto, assistenza sanitaria ed educativa. E sarà proprio per il suo impegno filantropico che la Manifattura Lane Borgosesia vincerà la medaglia di bronzo per le Opere Sociali all’Esposizione Internazionale di Milano del 1906.
Già a partire dal 1874 inizia la costruzione delle prime case e villette per le maestranze e della Casa Operaia di Aranco, con 320 posti letto.
Negli anni a seguire si assiste all’ampliamento e all’edificazione di altri gruppi di case: gruppo Mombarone, quartiere Borgonuovo, gruppo Sezione Nord, a settentrione della fabbrica, e gruppo Sezione Est, vicino alla stazione ferroviaria. Ricordiamo anche i caseggiati situati in località S. Marta, Cravo e Sassola. Ogni abitato aveva inoltre a disposizione piccoli appezzamenti di terreno ad uso degli inquilini e delle loro famiglie, come testimoniano ancora le schede descrittive redatte dal geometra Carlo Botto Veva di Biella per documentare lo stato di conservazione degli alloggi di proprietà dell’Azienda.
Tra il 1909 e il 1910 fu costruito l’Istituto Convitto per ospitare le tante ragazze che prendevano servizio alla Manifattura Lane. I lavori di edificazione, affidati alla Ditta Dosso Davide e F.lli di Postua, iniziarono non dopo il mese di aprile 1909 e, almeno secondo quanto stabilito dal contratto, dovevano terminare entro il mese di agosto dello stesso anno (i “lavori accessori” sarebbero potuti proseguire fino al 30 aprile 1910). Il contratto d’appalto redatto dall’Azienda poneva poi particolare attenzione ai materiali edili che dovevano essere utilizzati nella costruzione, tutti rigorosamente ricercati e di una riconosciuta qualità. La Manifattura Lane, dal canto suo, provvide direttamente a servizi come acqua potabile, riscaldamento e tutte le “opere speciali che ritenesse del caso”. A lavori conclusi lo stabile, visibile ancora oggi, si presentava strutturato su tre piani: oltre ai dormitori, per un totale di quasi 400 posti letto, l’Istituto era dotato di cucine, refettori, sale comuni e infermeria; al pian terreno erano anche presenti un teatrino e una cappella, mentre al primo piano era stato predisposto un asilo nido che, insieme ad una cassa maternità, andava a supporto delle operaie e dei loro figli. Il Convitto si poneva difatti l’obiettivo di garantire alle giovani lavoratrici sostegno non solo materiale, ma anche educativo e spirituale. L’edificio fu poi ampliato nel 1925.
Nei decenni successivi la Società diede in locazione sia a privati sia ad enti pubblici parte dei terreni e delle strutture di sua proprietà, spesso facendosi carico anche delle spese di ristrutturazione: nel 1936 parte della Sezione Est fu donata al comune per la realizzazione di una scuola tecnica, trasformata in seguito in Regia Scuola Tecnica Industriale per l’avviamento professionale; dalla fine degli anni Sessanta l’Istituto Convitto fu dato in locazione, sempre al comune di Borgosesia, per l’istituzione dapprima di una scuola materna e poi di scuole secondarie di primo grado; ancora un immobile della Sezione Est, più precisamente in Via Vittorio Veneto, fu destinato a sede della Caserma dei Carabinieri, successivamente trasferita, mentre altri fabbricati furono dati in affitto a diverse attività commerciali.
Doveroso è porre la giusta attenzione sull’impegno e sugli investimenti che l’Azienda ha portato avanti sul territorio: non solo ha permesso, seppur per obbligata esigenza, lo sviluppo architettonico e urbanistico della città, conferendole l’aspetto che ancora oggi la caratterizza, ma ha continuato, nonostante il passare degli anni, a garantire servizi al territorio, cooperando con le entità locali.
Oltre ad assicurare ai propri lavoratori vitto e alloggio, la Manifattura Lane creò, già dal 1895, la Federazione Istituzioni di Previdenza (F.I.P). Tra le casse di previdenza di cui operai e operaie potevano godere si ricorda la cassa previdenza impiegati, la già citata cassa di maternità per le mamme operaie e un fondo anzianità per coloro che avevano prestato lungo servizio presso la Società. Diversi erano anche i riconoscimenti e i premi in denaro. Un esempio è la medaglia di anzianità, istituita nel 1923 in occasione dei 50 anni dell’Azienda, e da allora distribuita ogni anno a tutti coloro che avessero superato i 25 anni (medaglia d’argento) e i 50 anni di lavoro (medaglia d’oro); insieme veniva distribuito anche un premio in denaro per chi avesse raggiunto i 40 anni di servizio.
Di curioso interesse è il premio che veniva elargito in occasione dell’onomastico di Franco Magni, figlio di Giuseppe Magni, questi primo Direttore Generale della Società e in seguito Presidente dell’Azienda: in alternativa al classico cartellino da timbrare, ciascun operaio possedeva una medaglia personale che a ogni inizio turno spostava da un appoggio a un altro in modo da segnalare la propria presenza. Nei primi giorni di ottobre, in occasione della festa di S. Francesco, si organizzava una particolare lotteria. Tutte le medaglie venivano raccolte e Magni, il cui vero nome era Francesco, ne estraeva a sorte qualcuna da un grande bussolotto per ricompensare i più fortunati.
La Manifattura Lane si fece però carico anche di altre iniziative che daranno sostegno non solo ai lavoratori ma anche alla comunità locale in generale, come il Corpo dei vigili del fuoco, istituito nel 1895, l’ambulatorio medico interno all’azienda, ma aperto anche ai comuni cittadini, e una biblioteca.
Infine, ma non per importanza, va citata la formazione del Corpo Musicale e la realizzazione del Teatro Sociale e del campo sportivo, servizi di cui ancora oggi i cittadini di Borgosesia possono usufruire. Certo, si tratta di un’assistenza in senso lato, se si vuole “ludica”, ma a cui va sicuramente il merito di aver contribuito allo sviluppo della comunità e di un sentimento di appartenenza comune.
L’impegno sociale della Manifattura Lane Borgosesia si pone in perfetta sincronia con altre realtà e aziende del vicino Biellese che hanno messo a punto programmi assistenziali a sostegno dei propri lavoratori. Diversi infatti sono i villaggi operai sorti tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del secolo successivo. Ciò che però caratterizza l’opera della Manifattura Lane Borgosesia è quello di aver per prima garantito lo sviluppo di una zona come quella Valsesiana, fino ad allora legata ad un mondo rurale e contadino, portando indubbio benessere e accrescendo e mostrando al mondo le sue potenzialità.